GIOVEDì 11 DICEMBRE 2014, ORE 20.30 : INCONTRO CON CECILIA MANGINI E MARIANGELA BARBANENTE – PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO “IN VIAGGIO CON CECILIA”

Giovedì 11 Dicembre 2014 alle 20.30 il Circolo del Cinema Laboratorio Ventotto, in collaborazione con FICC Sardegna e CELCAM, vi invitano alla proiezione del documentario In viaggio con Cecilia di Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini (Italia, 2013, 80′) in compagnia di entrambe le registe. L’appuntamento è inserito come tappa finale della rassegna STORIE DI CITTA’. Quarta fermata: Passato e presente, organizzata dal Circolo del Cinema FICC LaboratorioVentotto in collaborazione con il Centro regionale FICC Sardegna, la Cineteca Sarda e l’associazione L’ambulante e con il contributo della Provincia di Cagliari – Assessorato alla Cultura.

 

In viaggio con Cecilia é il film che segna il ritorno alla regia (insieme a Mariangela Barbanente) di Cecilia Mangini, prima e più importante documentarista italiana del dopoguerra: un viaggio tra passato e presente, contraddizioni e speranze. Nato nell’estate del 2012, con l’obiettivo di raccontare con un film on the road com’è cambiata la “loro” Puglia (entrambe le registe sono nate a Mola di Bari), terra che è stata tra i temi centrali dell’opera di Cecilia Mangini, In viaggio con Cecilia ha da subito voluto intrecciare epoche e luoghi, facendo dialogare le immagini d’archivio con quelle del presente. Ma in quella stessa estate del 2012, un giudice ordinava l’arresto di Emilio Riva, il “padrone” dell’ILVA di Taranto, dichiarando che la città è ostaggio dell’inquinamento che l’acciaieria produce. Il viaggio diventa così l’occasione per confrontarsi con alcune domande che nei decenni passati Cecilia Mangini aveva posto al centro della sua ricerca: come guardare all’industria che riscatta una terra, che la traina fuori dalla sua dimensione arcaica, ma al tempo stesso la pone in un presente crudele e contraddittorio? Le riposte non possono che essere cercate nelle persone incontrate: prospettive personali e uniche su un tema collettivo che ci mette in discussione oggi come ieri.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cecilia Mangini (Mola di Bari, 1927) racconta, nei suoi documentari, il paese sommerso, quello non raccontato perché sempre ai margini della storia ufficiale. Inizia la propria attività negli anni in cui «le donne dovevano essere solo oche giulive, non potevano avere opinioni proprie, non potevano discutere di libri e dovevano adorare i maschi». Ben lontana dallo stereotipo, realizza con Pierpaolo Pasolini due documentari sulle periferie romane, Ignoti alla città (1958) e La canta delle marane (1960), (dal romanzo pasoliniano Ragazzi di vita). Nel documentario Stendalì (1960), in collaborazione con l’antropologo Ernesto De Martino, ricostruisce il rito funebre ancora praticato, secondo schemi arcaici, nella provincia di Lecce.

 

 

 

 

 

Uno dei suoi lavori più conosciuto è All’armi siam fascisti! (1962) realizzato con il marito Lino Del Fra e Lino Miccichè: attraverso il montaggio di materiali di repertorio che datano dall’inizio del Novecento fino alla repressione delle lotte operaie del 1960), viene indagato il fascismo fin dalle sue origini, l’appoggio del capitalismo agrario e industriale, le sue successive ramificazioni. «L’Italia degli anni 50 e 60 è profondamente arretrata e vive ancora dei miti peggiori del fascismo – racconta infatti la regista in un’intervista. – A cominciare da quello che vuole la donna “madre di sterminata prole”». In Essere donne, del 1965, la regista racconta per la prima volta la vita delle lavoratrici entrando in fabbrica. L’impatto dirompente dell’industria nel Mezzogiorno viene raccontato sia in Brindisi ’65 (1966), che mostra l’impatto del grande petrolchimico Monteshell sulla città di Brindisi e la nascita di una classe operaia, accompagnando nelle sue lunghe fughe in motorino, e il sogno di una vita diversa, come in Tommaso (1965), in cui giovane brindisino con il sogno di entrare nella grande fabbrica appena impiantata. Domani vincerò (1969) racconta il mondo della boxe come sogno di riscatto sociale per i figli degli emigrati meridionali. In Comizi d’amore ’80 Cecilia Mangini e Lino Del Fra, a distanza di vent’anni dai Comizi d’amore pasoliniani, raccontano i cambiamenti di mentalità di fronte all’amore e alla sessualità, attraverso interviste ad operai e operaie dell’Italsider di Taranto e alle donne del leccese. In viaggio con Cecilia segna il suo ritorno dopo molti anni dietro la macchina da presa.

 

 

 

 

Mariangela Barbanente è nata a Mola di Bari nel 1968 e vive a Roma, dove si è laureata in Lettere e ha studiato sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia. Lavora come sceneggiatrice (L’orchestra di Piazza Vittorio, di Agostino Ferrente, 2006; L’intervallo, di Leonardo Di Costanzo, 2012) e regista per il cinema e la televisione. Nel 2000 ha realizzato la sua opera prima, Sole (55’) sulle braccianti pugliesi vittime del caporalato. Nel 2005 ha girato la docu-serie Il trasloco del bar di Vezio, andata in onda su Planet. Nel 2011 ha girato Ferrohotel, storia di un albergo dismesso di Bari occupato da rifugiati somali. In viaggio con Cecilia è il suo ultimo film.

 

 

 

 

 

STORIE DI CITTA’ | Quarta fermata : Passato e presente
Circolo del Cinema Laboratorio Ventotto
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