30 novembre 2010 – 28 gennaio 2011
Prende avvio martedì 30 novembre 2010 alle 20.30 in Via Montesanto 28 a Cagliari, con la proiezione del film Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi (Italia, 2007, 85’), la rassegna cinematografica “FEMMINILE PLURALE. Il pensiero, il corpo, le relazioni, le lotte delle donne”, che si svolgerà tra novembre 2010 e gennaio 2011, organizzata dal Circolo del Cinema Laboratorio Ventotto e in collaborazione con il Centro di Documentazione e studi delle donne di Cagliari, Libreria delle donne di Milano, Arc Cagliari, Cineteca Sarda – Società umanitaria di Cagliari.
La rassegna cinematografica Femminile plurale. Il pensiero, il corpo, le relazioni, le lotte delle donne nasce da un desiderio, da un’urgenza, da un’ambizione: il desiderio di conoscere, confrontarsi, discutere attraverso film a soggetto e documentari l’evoluzione della figura femminile dal boom economico degli anni Sessanta ad oggi; l’urgenza di darci parola per far conoscere la realtà complessa e articolata del pensiero delle donne, in un momento in cui la rappresentazione della donna è come appiattita sul corpo, su un’età sempre giovane, su ruoli stereotipati; l’ambizione di dare maggiore visibilità nello spazio pubblico cagliaritano alle ricche elaborazioni teoriche delle donne, anche al di fuori e al di là dei luoghi tradizionalmente deputati. […]
Il percorso che abbiamo compiuto è stato segnato da molte strade, come molti sono i percorsi delle donne: c’è la lotta per l’emancipazione nella fabbrica e, di conseguenza, dentro le case, la lotta perché l’industrializzazione vien meno, e con lei una parte del nostro sogno di autonomia; c’è il presente di un lavoro di cura affidato a donne che lavorano nelle nostre case, in quelli che erano i nostri ruoli tradizionali, accanto a coloro che amiamo, dopo aver lasciato, per poterlo fare, le persone e i luoghi che amano, spesso con un ultimo sforzo di vita; c’è l’elaborazione di un lavoro immaginato e ridefinito grazie all’esserci, nel lavoro, e all’aver visto cos’è, e al poter scegliere di volerlo diverso.
C’è il corpo umiliato e svenduto delle donne in tv, ridotte a grechine eternamente giovani, bombe del sesso, adulte rese inespressive dalla chirurgia plastica; c’è il corpo violato due volte, dalla violenza sessuale e da quella del tribunale, in cui ci si sofferma sui particolari della vita della vittima e su quelli del rapporto violento; c’è il corpo in transito, in cui il sesso biologico imprigiona un’anima che appartiene al genere opposto, e che, a costo di sofferenze infinite, affronta il viaggio psicologico, ormonale e chirurgico da donna a uomo o da uomo a donna per potersi finalmente unire, e riconoscersi.
C’è poi il femminismo, una parola che nel nostro percorso si è rivelata riduttiva e sfuggente, forse inadeguata per raccontare percorsi molteplici, articolati, diversi, che vanno dalle origini all’oggi, dalle manifestazioni di piazza alle Librerie delle donne, dalla lotta per l’emancipazione e la parità al pensiero della differenza.
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